È per tutti lo stesso problema: agli incontri formativi per genitori partecipano di solito quelli che meno ne hanno bisogno. Come fare allora per trovare un nuovo terreno di incontro, tra adulti, per rafforzare un’alleanza educativa fondamentale in adolescenza? Con il progetto #nodrugstobecool abbiamo sviluppato una metodologia partecipativa che permettesse di giocare insieme, genitori e figli, arrivando a un compromesso buono su un tema spinoso: la gestione della tecnologia in famiglia. Nell’ambito del progetto, sino a giugno 2019, sono state proposte quattro serate d’incontro con i genitori delle classi coinvolte nei laboratori a scuola. Durante questi incontri, ai genitori sono state raccontate le attività svolte in classe e il progetto nel suo complesso, stimolando la conversazione sugli argomenti cardine del percorso. Ai partecipanti è stata proposta poi un’attività artistica che li mettesse a contatto fra di loro: a gruppi misti di adolescenti e adulti di riferimento (sorelle, zii, genitori), è stato chiesto loro di osservare bene più dettagli del viso di una persona, fotografarli da vicino e, usando la foto sullo smartphone come spunto, ridisegnare quei dettagli su un foglietto di carta quadrato. Una volta disegnati sufficienti dettagli (occhi, orecchie, bocca, naso) hanno assemblato questo particolare ritratto di famiglia – composto dai dettagli di ognuno di loro – su di un foglio più grande. A questo punto è stato chiesto ad adolescenti e adulti di parlare fra di loro sull’utilizzo in famiglia della tecnologia, e stabilire un “patto”, un accordo condiviso che ne regoli l’utilizzo, la condivisione, i tempi e i modi. Questi accordi dovevano essere condivisi da tutte le parti e non imposte, in modo da fungere da guida e da suggerimenti, più che da rigide regole da imporre. Una volta stipulati questi patti, sono stati condivisi con tutti, per stimolare la discussione e il confronto con gli altri gruppi.

L’obiettivo è stato quello di proporre un’attività condivisa e divertente, dove la tecnologia gioca il ruolo di uno strumento da utilizzare per una ben specifica azione (scattare la fotografia), per poi lasciare il posto al disegno e alla creatività. Allo stesso tempo è stato stimolato il dialogo attorno ai temi del digitale e del suo utilizzo.