Dalla montagna friulana, grazie alla collaborazione con l’Istituto Comprensivo Linussio-Matiz, nascono iniziative formative che hanno l’ambizione di mettersi a servizio del contesto nazionale. Allargare gli stretti confini degli impervi territori di montagna permette alle scuole e alle associazioni che si occupano di infanzia di partecipare ad un movimento nazionale di innovazione pedagogica e didattica che punta alla riduzione delle povertà educative grazie alle pratiche artistiche di comunità.

“Mi porto a casa il “rallentamento”, il respiro dell’arte e dell’accoglienza” dice Monica, insegnante. “Un’esposizione errante. È stato un weekend del fare: dalla progettazione alla realizzazione di un’opera con l’uso di tutto il corpo”, Veronica è insegnante di scuola dell’infanzia. 

Sono arrivate da 8 Regioni italiane: Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Lombardia, Toscana, Emilia Romagna, Veneto, Marche, Umbria.

Un piccolo diario di cosa è successo:


Capitolo 1
Laboratorio per educatori e insegnanti con Roberta Isola

Nel laboratorio dedicato alle insegnanti svolto presso la terrazza della biblioteca siamo partiti dall’analisi del gioco “Giochi in piazza” che Roberta Isola ha progettato nel 2018. Sono state individuate potenzialità e criticità degli elementi principali, i cilindri e i quadrati di cartone colorato. A piccoli gruppi sono state avviate nuove progettazioni di materiale didattico per trovare nuove possibilità espressive di questi due elementi.

In questa esperienza il riferimento bibliografico è il testo di Bruno Munari “Che cos’è un problema” tratto dal libro Da cosa nasce cosa, appunti per una metodologia progettuale Editori Laterza.


Capitolo 2
Formazione insegnanti con Elena Iodice

Si entra insieme con un salto in una delle galassie di Yayoi Kusama, puntini tra milioni di puntini.

Si precipita come tante Alice in tunnel lunghissimi, si assaggiano pezzetti di zucche a pois perché queste aprano a visioni nuove, a rovesciamenti inaspettati del mondo che conosciamo.

E alla fine, dentro quelle opere ci riconosciamo, ci ritroviamo. Il riflesso non è esatto, ci si espande sul lavoro di chi sta vicino e nello specchio su quell’infinito ci finiscono anche Alessandra Falconi e le Artenaute e tutti quelli che, quel giorno, passavano di lì.


Capitolo 3
Con le Artenaute

Se la scuola può diventare soggetto produttore di arte partecipata, collante per una comunità più grande, è alle Artenaute che si devono la maggior parte delle sperimentazioni più interessanti a livello nazionale.

Nel loro modulo formativo, pieno di esempi visivi e di dettagliate spiegazioni, le insegnanti e gli operatori si sono potuti ispirare per riempire la loro cassetta delle idee e degli attrezzi.

Alla formazione teorica ha poi fatto seguito l’esperienza pratica, con la creazione di una vera e propria parata insieme a famiglie, bambine e bambini.