Immagina!
Selfie, foto profilo, stories, meme: i nostri adolescenti sono immersi in un mondo visuale che spesso stordisce. Il progetto IMMAGINA! accompagna adolescenti e preadolescenti ad entrare con occhi diversi nelle immagini: per esplorare, rielaborare, modificare, risignificare, producendo immagini nuove, poetiche, divergenti che raccontino in modo diverso un pezzetto di sé e del mondo che li circonda, che li aiuti a prendere parola e entrare in relazione con il mondo dei pari e degli adulti.
Il progetto ha previsto laboratori per ragazzi e ragazze, in ambito scolastico ed extrascolastico. Attraverso l’utilizzo della fotografia o di altre opere visive, i ragazzi coinvolti hanno lavorato sull’analisi e lettura di alcune immagini, creando connessioni con emozioni e esperienze vissute o conosciute. Partendo dal sé per poi lavorare su un livello di condivisione e rielaborazione collettiva, le immagini sono state rielaborate grazie alle tecniche della poesia, dell’illustrazione e dell’animazione digitale per creare nuove immagini e storie, raccolte come produzioni creative all’interno della mostra finale.
Il progetto Immagina! è cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito del “Contributo a sostegno di interventi rivolti a preadolescenti e adolescenti”, D.G.R. 1538/2023
La mostra finale
Gli elaborati dei percorsi svolti sui tre territori sono raccolti in un’esposizione temporanea dal vivo nei locali del LaVoratorio di Educazione all’immagine di Cattolica (RN) e nella seguente mostra multimediale.
Bologna
Laboratori extrascolastici
Centro Borghini
Castrocaro
Laboratori scolastici
IC Valle del Montone
Scuola Secondaria di I grado – Classi 1A e 1C
Cattolica
Laboratori extrascolastici
LaVoratorio di Educazione all’immagine
Bologna
Il laboratorio proposto è ispirato dal lavoro dell’artista Wendy Ewald e in particolare dal suo progetto American Alphabet. Ragazzi e ragazze sono stati accompagnati ad entrare nelle immagini, ricostruirne il proprio senso e risonanza personale, fino a condividere le proprie emozioni e i propri pensieri, soprattutto rispetto agli immaginari e agli stereotipi costruiti o decostruiti dalle immagini stesse.
A partire dalle suggestioni raccolte e condivise, il gruppo ha costruito un proprio alfabeto personale e collettivo, attraverso un’attività di fotografia che racconta un poco di sé e del gruppo.




Le opere di ragazzi e ragazze
Castrocaro
Durante questo percorso, ragazzi e ragazze hanno utilizzato il gesto grafico per accedere alle proprie emozioni, creando dei cataloghi visivi. Successivamente, scattando fotografie all’ambiente che li circonda hanno restituito una rappresentazione delle emozioni filtrata dai propri occhi e dalla propria esperienza. Queste immagini sono state poi la base per un lavoro di storytelling: a gruppi, manipolando graficamente le fotografie, emergono racconti collettivi intimi e poetici, che sono diventati il cuore di una animazione digitale che tiene traccia del processo di trasformazione di ciascuna immagine. Inoltre, un lavoro intenso sulla forza della parola e della propria voce ha aiutato ragazzi e ragazze a entrare maggiormente in connessione con le emozioni a tema, creando così una interazione poetica tra immagini, suoni e significati.








Le opere di ragazzi e ragazze
Cattolica
L’attività parte da una ricerca tipografica che porta gli adolescenti a realizzare degli alfabeti, che vengono poi utilizzati per comporre poster e animazioni in stop motion.
L’obiettivo è quello di realizzare una campagna di comunicazione condividendo gli strumenti e la modalità di lavoro di un designer che lo fa di mestiere: il laboratorio infatti è stato condotto dall’artista belga Vincent Mathy. I ragazzi e le ragazze coinvolti sono stati accompagnati così da un professionista nell’ideazione, scoperta di regole e limiti, rielaborazioni geometriche e sperimentazione del lavoro in una “officina creativa”. Una parte del lavoro è stata dedicata alla creazione di un contenuto significativo improntato all’idea dell’impatto delle nostre scelte comunicative, mentre una stop motion finale rielabora il percorso e fa da backstage per la condivisione dell’esperienza.



