Il Progetto Memoria viene proposto ogni anno dai Servizi Educativi del Comune di Cattolica, realizzato con le classi V delle Scuole primarie di Cattolica e Mondaino. Nell’anno scolastico 2024–2025 hanno partecipato le scuole primarie di Carpignola, Torconca e Repubblica, nel comune di Cattolica, e la primaria di Mondaino.


Il progetto nasce con l’intento di avvicinare bambine e bambini ai delicati temi della Memoria e della Guerra, scegliendo però una via inaspettata e positiva: quella del Gioco. Il tema del Gioco diventa così il filo conduttore tra i diversi incontri, offrendo spunti per esplorare più a fondo le proprie emozioni, le relazioni con gli altri e il significato della Memoria.

Infine, il progetto mira a promuovere un processo di riqualificazione e rigenerazione dei ‘luoghi della Memoria’, e non solo, con l’obiettivo di rafforzare il senso di cittadinanza attiva, in particolare tra le nuove generazioni.


I INCONTRO

Il primo incontro ha inizio con una breve introduzione dedicata al tema del gioco in generale, generata da una serie di domande: Che cosa significa “giocare”? Quali sono i vostri giochi preferiti? Se i giochi odierni non esistessero più o non esistessero ancora, quali giochi si potrebbero inventare? Subito dopo viene fornito un piccolo accenno sul gioco durante e dopo la guerra, prendendo visione di alcune fotografie d’epoca raffiguranti “poveri e semplici” giochi che i bambini erano soliti inventare e costruire quotidianamente. Questi primi momenti permettono ai bambini e alle bambine delle classi di riflettere e ragionare sul significato di questo momento condivisibile da tutti noi, e sulla qualità dei loro giochi e passatempi preferiti. Successivamente viene richiesto ai bambini e alle bambine, divisi a gruppi, di inventare nuove esperienze di gioco, partendo dalla semplice manipolazione di oggetti ordinari/ materiali destrutturati, proposti dall’atelierista. In altre parole, ogni bambin* ha il compito di scegliere un solo oggetto fra tanti (selezionati dalle operatrici) e all’interno del suo gruppo di lavoro deve poi ideare e inventare un’esperienza di gioco ancora inesistente o immaginata. Una volta definiti l’idea, il nome e i materiali, l’incontro volge al termine con la presentazione del gioco da parte di ciascun gruppo e la sperimentazione delle loro nuove invenzioni da parte degli altri compagni e delle altre compagne.

  • Bambin*: per me giocare significa divertimento
  • Bambin*: stare insieme e collaborare
  • Bambin*: per me è uno sfogo 
  • Bambin*: quando si gioca bisogna rispettare le regole ma anche quelli che giocano con noi
  • Bambin*: sono foto di un pò di anni fa…lo si capisce dai vestiti e perchè le foto sono in bianco e nero
  • Bambin*: sono giochi “antichi”
  • Bambin*: quello è il gioco “tira la fune”…anche io ci ho giocato una volta
  • Bambin*: e lì invece ci sono dei bambini che hanno fatto il progetto di quel gioco 
  • Bambin*: quello è il gioco “tira la fune”…anche io ci ho giocato
  • Bambin*: questi giochi hanno in comune il fatto che ci puoi giocare con oggetti molto semplici, tipo le biglie, la corda, i sacchi…una volta funzionava così
  • Bambin*: e poi serviva l’immaginazione dei bambini 
  • Bambin*: durante la guerra poteva essere un modo per i bambini per allontanarsi dalla realtà

Sperimentazione e costruzione utilizzando materiale non strutturato e di recupero

  • Bambin*: lavorare in gruppo non è stato facile, però mi sono divertito
  • Bambin*: non è stato semplice inventare un nuovo gioco con questi oggetti…e forse ci serviva più tempo 
  • Bambin*: invece per il nostro gruppo è stato facilissimo, ci siamo messi d’accordo anche sulle regole

II INCONTRO

Il secondo incontro si apre con una riflessione generale sulla (macro) dimensione del “parco giochi”, inteso come spazio aperto, luogo collettivo della comunità e punto di aggregazione sociale. Successivamente si passa all’osservazione di alcune immagini raffiguranti esempi di strutture gioco o aree gioco riqualificate durante il periodo post bellico, grazie ai progetti dell’architetto olandese Aldo Van Eyck. Egli è stato una figura di rilievo, poiché contribuì in modo significativo a valorizzare i processi di ricostruzione e di riqualificazione, intese come esigenze fondamentali per permettere, in particolare ai bambini, di riappropriarsi dei loro spazi quotidiani distrutti durante la guerra. 

Una volta terminata la fase iniziale, l’incontro si sposta all’aria aperta, nel giardino della scuola, dove le bambine e i bambini sono invitati ad usare un pò di fantasia. In quello spazio quotidiano, immaginano nuove esperienze e “strutture gioco” che vorrebbero incontrare, esplorare, abitare. Il viaggio creativo prende forma a partire dal movimento: un gesto, un’azione, un’idea di gioco che nasce nella mente e si trasforma in visione. Da quel pensiero, ogni bambina e ogni bambino comincia a dare corpo al proprio progetto, modellando con le mani l’argilla e intrecciando, solo a volte, elementi naturali come sassi e bastoncini. Così nascono piccole architetture dell’immaginazione. Ogni creazione viene poi battezzata con un nome, descritta nelle sue funzioni e collocata idealmente in un angolo preciso del giardino. 

A conclusione del percorso, gli elaborati, una volta asciutti, vengono fotografati e documentati nei luoghi scelti, come se già vivessero lì, in attesa di essere scoperti.

  • Bambin*: il parco giochi è un luogo all’aperto in cui incontrarsi con gli amici
  • Bambin*: ti puoi anche sfogare
  • Bambin*: è uno spazio grande
  • Bambin*: puoi fare anche nuove amicizie
Osservazione di immagini d’archivio che ritraggono momenti di gioco passati, risalenti al dopoguerra, per riflettere sulla molteplicità di azioni-gioco che stanno alla base della progettazione delle strutture-gioco.
  • Bambin*: sono strani
  • Bambin*: sono geometrici
  • Bambin*: sono fantasiosi
  • Bambin*: però sono molto semplici…sono tutti in ferro o metallo
  • Bambin*: lo stesso gioco ti fa immaginare tanti modi diversi di usarlo
  • Bambin*: sì è vero! Li puoi usare in tanti modi diversi
  • Bambin*: forse quell’architetto è partito a ricostruire i parco giochi per fare un piacere ai bambini 

Momento di immaginazione di una struttura gioco da parte di alcuni bambini (altre immagini a seguire)


Una Mappa della Memoria in digitale

Il materiale raccolto durante gli incontri è stato rielaborato all’interno di una mappa digitale: le tracce audio con le riflessioni dei bambini, le immagini, i video dei loro elaborati e altre operazioni di post-produzione effettuate dalle operatrici. 

A seguire il link di accesso alla Mappa della Memoria, uno spazio aperto in cui poter continuare a condividere immagini, pensieri e parole sul tema della Memoria:

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