Ognuno di noi, probabilmente, ha un piccolo scrigno di immagini di nuvole nella propria memoria. Cieli guardati con lo stupore di un colore che colpisce gli occhi all’improvviso, cieli sospesi perché impossibile sapere se arriverà il diluvio o una fulminea schiarita, cieli che all’alba o al tramonto, di notte o per caso ci hanno regalato la sensazione dell’infinito.

Come si può far entrare tutto questo in un atelier digitale? Alberto Manzi, il famoso maestro di Non è mai troppo tardi che andò in onda in Rai dal 1960 al 1968, ci ricorda di partire sempre, a livello didattico, da quello che fa parte della quotidianità dei bambini. E il cielo rappresenta una bella sfida.

Come indagarlo con le STEAM? Matematica, scienze, arte, tecnologia… come potevano essere esplorate a partire dalle nuvole?

APPLICAZIONI, HARDWARE E SOFTWARE

La strumentazione tecnico-digitale utilizzata in ogni sezione: 

  • 3-4 tablet
  • pc + connessione a LIM/schermo
  • 2 microscopi digitali wireless
  • 1 cassa bluetooth

Le applicazioni e i software utilizzati durante tutto il percorso:

  • UniLab (per connettersi ai microscopi digitali)
  • In una goccia di Centro Zaffiria
  • Andar per boschi di Centro Zaffiria
  • Stop Motion Studio di Cateaters
  • Paint with music di Google Arts & Culture
  • Fotocamera (integrata nel dispositivo)

LIBRI E SUPPORTI ALLA DIDATTICA

L’utilizzo di una cornice narrativa ha permesso a bambini e bambine di comprendere più profondamente le connessioni tra le varie attività proposte. Inoltre, nello specifico, l’utilizzo dell’albo illustrato silenzioso Sector 7 ha fornito l’occasione per proporre alle classi l’apprendimento di terminologia specifica per lo studio del fenomeno delle nuvole.

Oltre ai libri, sono stati utilizzati altri supporti alla didattica, che intendono il linguaggio grafico-pittorico come canale privilegiato attraverso cui è possibile attingere alla propria creatività, educarla ed utilizzarla come strumento di conoscenza. Durante il percorso, infatti, sono state spesso proposte attività di natura artistica, fondamentali per accedere in maniera sperimentale alla ricerca scientifica: la metodologia che si applica alla progettazione e realizzazione di un elaborato creativo è la stessa necessaria alla sperimentazione e ricerca tecnica o scientifica, che cioè procede per osservazioni, ipotesi, tentativi, esperimenti, verifiche e ripetizioni. Si tratta di un approccio caratteristico dell’atelier digitale, che appunto invita a mescolare le competenze provenienti da più discipline, rendendole risorsa in modo trasversale.

Gli strumenti di supporto utilizzati durante tutto il percorso sono stati:

  • “David Ill” di Italiantoy (Zaffiria)
  • “La valigetta del Nuvolaio” di A. Falconi, Centro Zaffiria (Erickson)

IL PERCORSO INCONTRO PER INCONTRO


Incontro 1

Dopo un momento di presentazioni iniziali abbiamo consegnato all’insegnante tutor il “diario delle osservazioni”, da compilare durante tutto il percorso con le scoperte e i commenti dei bambini e delle bambine.

Il lavoro si apre con la lettura collettiva della prima parte dell’albo silenzioso “Sector 7” di D. Wiesner: i bambini e le bambine osservano le immagini in sequenza e insieme diamo voce alla storia. Questa è l’occasione per iniziare ad osservare le diverse forme delle nuvole e iniziare ad imparare un vocabolario specifico: le nuvole possono essere cumuli, strati, cirri. Per approfondire, alla LIM osserviamo insieme delle immagini di nuvole, giocando con la pareidolia e in questo modo memorizziamo meglio il nuovo vocabolario appena acquisito.

Osservando i cirri
“Sembrano stelle cadenti”
“Sembrano tornadi… oppure dei sorrisi”
“Quelle sono nuvole di vento, non le ho mai viste!”
“Non possono stare così in alto nel cielo…”
“Sono fatte di aria, per questo stanno così in alto, perché l’aria le spinge”

Osservando gli strati
“Quella nuvola sembra una pista”

Osservando i cumuli
“Sembra panna montata”
“È fatto di fumo del camino”
“Sembra fatto di schiuma”

Successivamente, all’esterno è stato fatto un lavoro digitale di osservazione del cielo: appoggiando il tablet a terra con l’app della fotocamera aperta in modalità autoscatto, i bambini e le bambine hanno fotografato il cielo sopra di loro. Il lavoro di osservazione del cielo è stato supportato anche dal quadro specchiante della Valigetta del Nuvolaio. 

“Il vento muove le nuvole lentamente”
“Io ho visto un video dove una nuvola stava cadendo e sono riusciti a prenderla, era troppo leggera quindi stava cadendo”

Tornati all’interno, su grandi fogli abbiamo dipinto con tamponi, pennelli e tempere tante nuvole, cercando di riprodurre le forme ormai apprese di cumuli, cirri, strati.

Incontro 2 

Concludiamo la lettura condivisa di “Sector 7” di D. Wiesner, aprendoci alle discussioni spontanee che la lettura suggerisce: 
Si può camminare sulle nuvole? 
Di cosa sono fatte le nuvole?

“Il vapore acqueo è come quando d’inverno respiriamo e viene la nuvoletta”

“Vapore acqueo significa come quando apriamo il forno e ci sono le goccioline”

“Il vapore acqueo è quella cosa sullo specchio dopo la doccia calda”

Riprendiamo le nuvole prodotte il giorno precedente e le ritagliamo. Da qui iniziamo un lavoro di catalogazione: in base alla forma, in base al nome della nuvola, in base al colore… creiamo insieme un grande cartellone con i gruppi di nuvole, suddivisi in base alle categorie che abbiamo scelto collettivamente, e nel frattempo il lavoro di bambine e bambini viene documentato con un video in stop-motion utilizzando l’app StopMotion Studio.

Incontro 3 

Proseguiamo le riflessioni sul cielo e impariamo che ci sono nuvole che portano la pioggia e altre che portano il sereno; esistono nuvole bianche ma anche nuvole che si colorano. Ci chiediamo: 
Di cosa sono fatte le nuvole? 
Come e perché cambiano colore? 
Sono pesanti o sono leggere?

“Le nuvole sono fatte di acqua di mare”
“No, sono fatte di acqua di pioggia”
“Secondo me le nuvole sono fatte di vapore acqueo”
“L’acqua è leggera, e nelle nuvole c’è poca acqua”

Ci mettiamo al lavoro e produciamo una nuova serie di nuvole utilizzando degli stencil, delle tavolette del frottage e David Ill (Italiantoy), lavorando in particolare sulla texture delle nuvole.

“L’acqua che entra dentro le nuvole si oscura”
“Una nuvola si scioglie e cade nel mare”
“Le nuvole non nascono mai. C’erano già da quando siamo appena nati”
“Secondo me le nuvole nascono dal sole”
“Le nuvole nascono dal vapore. L’acqua diventa vapore e il vapore arriva dall’acqua che sale, scaldata dal sole”

Intanto, a gruppetti, si va a fare un esperimento: 
Possiamo misurare le nuvole? E come possiamo farlo? 
I bambini e le bambine vengono coinvolti nella misurazione di alcune nuvole proiettate a parete per mezzo dei loro corpi, dove mani, braccia, teste, piedi e il corpo intero diventano l’unità di misura.

Poi, sperimentiamo l’app “In una goccia” (Zaffiria), dove si può seguire il ciclo dell’acqua in situazioni quotidiane e dove l’acqua assume il colore e la texture di una fotografia che possiamo scattare e inserire nel gioco.

“Questa app è la storia della circolazione dell’acqua!”
“Nessuno riesce a mangiare la nebbia, perché è aria sporca di bianco”
“La nuvola è panna e poi è gas. Il gas è il fumo che quando cucini esce dai bordi della pentola. Dentro la pentola c’è l’acqua e poi diventa fumo”

Incontro 4

Siamo pronti per imparare che se mescoliamo cumuli, cirri e strati compaiono cirro-cumuli, strato-cumuli, cirro-strati… e poi cumulo-nembi e nembo-strati. Cominciamo a capire che le nuvole non stanno tutte alla stessa altezza: alcune si trovano molto in alto, altre si trovano molto vicine alla terra, altre ancora stanno in mezzo. 

“Se l’acqua sta dentro le nuvole per troppo tempo si sporca e quindi diventano grigie
“Forse è per il sole. Il sole manda un po’ di gocce dentro le nuvole e di giorno rimangono bianche, di notte invece diventano blu”
“L’acqua non ha una sua forma, serve qualcosa per contenerla, come una borraccia”

Siccome abbiamo capito che le nuvole sono fatte principalmente di vapore acqueo, dipingiamo una nuova serie di nuvole fatte di… acqua! Con acquerelli e pipette, il colore riempie le strade dell’acqua e si creano delle meraviglie. 

“Se con la pipetta fai una strada sottile di acqua e poi muovi il foglio, la strada si ingrossa”
“Io disegno un cumulo grossissimo” / “Io ho disegnato una nuvola normale e qui sotto un cirro” / “Io ho fatto i cirri e il cumulonembo” / “Io sto facendo il cielo nuvoloso”

A gruppetti, intanto, esploriamo da vicino diversi materiali e la pittura ad acquerello, utilizzando i microscopi digitali collegati ai tablet, cercando texture e forme che somigliano alle nuvole che ormai conosciamo bene. Intanto altri sperimentano l’app “Andar per boschi” (Zaffiria), che ci accompagna nel creare ambienti poetici abitati da alberi e animali, e dove il tempo atmosferico ha un ruolo chiave nella trasformazione del paesaggio.

“Se ci sono le nuvole cambia il paesaggio. Cambia colore il cielo”

Incontro 5

Cominciamo dalla domanda: 
Che suono fa il cielo? Anche le nuvole fanno rumore?
Si apre così una riflessione sull’interazione tra corpo, cielo e musica, supportata dallo strumento digitale “Paint with Music” (Google Arts & Culture), che permette di disegnare sulla LIM o al proiettore delle forme nel cielo, che corrispondono a melodie suonate con timbri diversi. 

“La pioggia che sbatte sulle cose fa un rumore”
“La neve fa un suono piccolo”
“La grandine fa un suono forte quando si scontra contro qualcosa”
“Il vento fa un suono… tutti i miei vestiti e i miei capelli volano”

Ci prepariamo infine all’installazione conclusiva “Il cielo in una stanza”: ritagliamo e raccogliamo tutte le nuvole prodotte durante l’intero percorso e le disponiamo a terra, portando il cielo sul pavimento. Su una base strumentale, i bambini e le bambine che hanno partecipato al corso danzano tra i disegni, imitando la forma e l’andamento delle diverse tipologie di nuvole e seguendo il ritmo e l’intensità della musica.